Il primo rapporto sull’attuazione degli impegni in materia di sviluppo sostenibile sottoscritti alle Nazioni Unite un anno fa vede l’Italia in ritardo. Il rapporto è stato redatto dall’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile, ASviS, organizzazione composta da oltre 130 organizzazioni, ambientaliste e della società civile. All’interno del documento sono stati presi in esame 17 obiettivi, 169 target e 240 indicatori. In base a quanto si evince dal rapporto, a oggi, l’Italia risulta in una condizione di “non sostenibilità”.

Serve una nuova strategia a lungo termine

Carenze strutturali e mancanza di strategia e visione che hanno condizionato in particolare il mondo delle rinnovabili. L’Italia, infatti, ha mancato l’appuntamento annuale della prima sessione per la verifica degli obiettivi previsti nella road map, nonostante esista una “Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia”, approvata però ormai ben 14 anni fa. Per quanto riguarda l’efficienza energetica l’Italia è in buona posizione, ma con un incremento dei consumi nell’ultimo anno. Nel 2015, infatti, il consumo finale di energia in Italia è stato pari a 123 Mtep, con un aumento del 3% rispetto al 2014, ma il trend complessivo dal 2005 è positivo visto che, il calo dei consumi è avvenuto, oltre che per la discesa del Pil, per le policy mese in campo in materia di efficienza energetica.

Rinnovabili in difficoltà

Le rinnovabili, in base alla metodologia di calcolo indicata dalla Direttiva europea in materia (2009/28/ CE), nel decennio tra il 2005 e il 2015 sono passate, come contributo al consumo finale lordo di energia (CFL), dal 7,9% al 17,3%, un dato che è praticamente raddoppiato in valore assoluto, passando da 10,8 a 21 Mtep. Negativi i dati delle rinnovabili elettriche: negli ultimi tre anni sono passate dal 16,7% al 17,3% del CFL.  In queste condizioni, gli obiettivi della road map verso il 2030 sembrano difficilmente raggiungibili.