L’emergenza Covid-19 sta mettendo in ginocchio i sistemi economici mondiali con gravi riflessi anche sul settore energetico. Tra i pochi effetti positivi, probabilmente l’unico prodotto dalla pandemia, c’è una sensibile riduzione dei livelli di inquinamento atmosferico. L’isolamento domiciliare forzato e la serrata di tante attività produttive hanno finito per contribuire a diminuire le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Dopo i primi giorni di lockdown, come testimoniano le immagini elaborate dalla NASA, anche le aree a più alta densità di inquinamento, come la pianura padana o i poli industriali cinesi, hanno vissuto un inatteso miglioramento della qualità dell’aria.

In altre parole, la diffusione del Covid-19 ha reso possibile, per forza di cose, nuove abitudini, come lo smart working, che stanno mettendo in discussione il modello produttivo dei paesi più industrializzati, ponendo nuove riflessioni. Per esempio: la pandemia può rappresentare la condizione per realizzare una svolta di vita e di produzione più sostenibile, verde e pulita, in particolare in tema di energia? Sono in molti a porsi questa domanda, dalle istituzioni al mondo delle imprese. Secondo il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia, Fatih Birol, energia pulita, fonti rinnovabili e svolta green del mondo dell’impresa e del lavoro sono i temi che devono entrare nell’agenda dei governi per un rilancio strategico dell’economia, quando l’emergenza sarà finita. 

Un altro elemento a favore di questa possibile svolta è legato all’attualità: nelle ultime settimane, è crollato il prezzo del petrolio, a causa principalmente del calo della domanda. Le previsioni parlano di un lungo periodo di prezzi in calo, anche dopo la fine dell’emergenza. Questo può significare non solo un ridimensionamento necessario del sistema dei trasporti tradizionali, a partire da quello aereo, ma anche il possibile trasferimento di saperi e competenze dal settore petrolifero a quello delle energie rinnovabili. Un mutamento fondamentale, quindi, in grado di mettere in moto nuove strategie e investimenti, senza danneggiare i livelli occupazionali. Uno scenario che sembrerebbe calzare a pennello in particolare all’Europa. 

Prepariamoci in tempo per quando l’emergenza Covid-19 sarà finita. Questo significa, per il nostro settore, riflettere in maniera strategica sul mondo post-virus, uno scenario nel quale non potrà che esserci sempre più spazio per sistemi di approvvigionamento sempre più verdi e puliti”. 

Antonio Carmine Vitale
(Amministratore unico Enega srl)