Gli Stati membri del G20 devono ridurre le loro emissioni di anidride carbonica di sei volte entro il 2030 per raggiungere gli obiettivi di lotta ai cambiamenti climatici previsti dall’accordo di Parigi. È quanto rivela il rapporto “Brown to green: Assessing the G20 transition to a low-carbon economy” realizzato per Climate Transparency. La questione dei cambiamenti climatici è all’ordine del giorno del vertice del G20, in programma a Hangzhou ai primi di settembre. “Per mantenere il riscaldamento al di sotto del limite dei 2 gradi centigradi le misure dell’INDCs dei paesi del G20″ cioè i contributi determinati previsti a livello nazionale” inseriti nell’accordo di Parigi, “sono ancora lungi dall’essere sufficienti”. Il G20 ha bisogno di ridurre le emissioni nel 2030 “di un ulteriore 85%, sei volte gli sforzi che sono impegnati finora”, si legge nella relazione secondo la quale, nonostante il fatto che l’intensità di energia e l’intensità di carbonio delle economie G20 stiano diminuendo, ciò non è sufficiente a compensare un aumento dell’attività economica, che ha portato ad un aumento complessivo delle emissioni di carbonio tra il Stati del G20, che sono responsabili di circa il 75% delle emissioni globali di gas a effetto serra.

Stati Uniti e Cina in cerca di un accordo

Il G20 potrebbe costituire l’occasione per la ratifica dell’accordo sul contenimento delle emissioni da parte di Cina e Stati Uniti, secondo fonti che hanno parlato nei giorni scorsi al South China Morning Post. La lotta ai cambiamenti climatici rimane, a oggi, il punto di accordo più importante tra Cina e Stati Uniti – che assieme contano per il 38% delle emissioni globali – e già il 2 settembre prossimo, a poche ore dall’inizio del summit, scrive il quotidiano di Hong Kong, potrebbe essere finalizzata l’intesa.

Emissioni di gas serra in fase di stallo

Il report promosso da Climate Transparency esamina, tra gli altri, numerosi indicatori dell’azione climatica, tra cui l’attrattività degli investimenti, gli investimenti nelle energie rinnovabili, la politica climatica, l’intensità del carbone nei settori dell’energia e dell’elettricità delle economie del G20. Le emissioni di gas serra legate all’energia sono aumentate del 56% dal 1990 al 2013, la notizia positiva è che però questa crescita si sta arrestando ed è in fase di stallo.