Nonostante la pandemia di Covid-19, la crescita delle fonti di energia rinnovabili nel 2020 è inarrestabile. Circa il 90% della nuova potenza installata nel mondo, nell’anno segnato dal coronavirus, è verde e pulita. Al gas e al carbone resta solo il 10%. Con numeri del genere, le previsioni evidenziano che nel 2025 le rinnovabili potrebbero diventare la principale fonte di energia al mondo, superando finalmente le fonti fossili. A rivelarlo i dati contenuti nel rapporto annuale “Rinnovabili 2020″ dell’Iea, l’agenzia dell’Ocse per l’energia.

Secondo l’agenzia, la nuova potenza produttiva di energia rinnovabile sarà di 200 gigawatt, soprattutto in colossi industriali come Cina e Stati Uniti. Secondo lo studio, a promuovere questa impressionante crescita è stata soprattutto la crescente sensibilità, tra il mondo delle imprese e quello delle istituzioni, rispetto alla necessità di ridurre le emissioni di gas serra e contribuire a fermare il riscaldamento globale.

Anche la borsa evidenzia questa crescita esponenziale: le azioni dei produttori di attrezzature per l’energia pulita hanno superato la maggior parte degli indici, e il valore complessivo delle azioni delle società del settore solare è più che raddoppiato quest’anno dal dicembre 2019. Nel frattempo, negli Stati Uniti è stato eletto presidente Joe Biden, che aveva annunciato, in campagna elettorale, di voler promuovere un approccio più verde e sostenibile per l’industria a stelle e strisce, puntando sulle energie rinnovabili, anche per rispondere alle spinte dalla sinistra del Partito democratico. 

Ed Europa e Italia come si comportano? Secondo i dati elaborati da Eurostat, in Italia il contributo delle rinnovabili nei consumi finali di energia è passato dal 6,3 % del 2004 al 17,5 cento del 2015, raggiungendo in anticipo l’obiettivo del 17 % previsto per il 2020. A livello europeo la quota di rinnovabili ha raggiunto il 16,7 %, partendo da un 8,5 % di dodici anni fa. Primeggia la Svezia, maglia nera invece a Paesi Bassi, Francia, Irlanda, Regno Unito, Lussemburgo e Malta che sono in ritardo sui target stabiliti dall’Ue. Gli Stati membri, vista la tendenza positiva e i livelli accettabili già raggiunti, hanno fissato al 27% di energie rinnovabili il nuovo obiettivo dell’UE entro il 2030.

“La pandemia ha sconvolto gli assetti economici mondiali eppure la produzione di energia da fonti rinnovabili non cede terreno e resiste, facendo segnare risultati molto incoraggianti. Questi dati positivi sono una buona notizia e segnalano l’accresciuta consapevolezza di decisori politici e imprenditoriali rispetto al tema”.

Antonio Carmine Vitale
(Amministratore unico Enega srl)