Non solo la guerra in Ucraina, anche la siccità mette in crisi l’energia. L’estate 2022 è stata particolarmente rovente e gli effetti del meteo caldo e secco non hanno tardato a manifestarsi, aggiungendosi alle criticità che i paesi europei vivono da mesi, a causa della guerra in Ucraina.
A soffrire particolarmente è il settore dell’energia, messo già a dura prova dalla crisi del gas e dall’aumento dei prezzi dell’energia. Il caldo determina un abbassamento dei livelli dell’acqua dei fiumi e dei laghi che contribuisce a rallentare sensibilmente la produzione delle centrali idroelettriche.
La situazione in Europa
In base ai dati elaborati dalla società di consulenza S&P Global, nel secondo trimestre del 2022, in Europa occidentale la produzione di energia idroelettrica è diminuita del 20% rispetto alla media. Francia e Spagna si segnalano per i bacini idrici con i livelli più bassi degli ultimi vent’anni. Anche in Italia lo scenario appare decisamente critico: nel nostro Paese hanno dovuto chiudere numerosi impianti di produzione di energia elettrica a causa della siccità.
La richiesta di maggiori volumi di energia in combinazione con il rialzo dei prezzi ha portato la Norvegia alla decisione di limitare le esportazioni verso altri paesi europei, per dare priorità al ripristino dei bacini idrici.
Nucleare in difficoltà
La siccità causa problemi anche per quanto riguarda la produzione di energia nucleare. Livelli di acqua più bassi contribuiscono all’aumento delle temperature dei bacini fluviali, con la conseguenza di mettere a rischio i sistemi di raffreddamento delle centrali nucleari.
L’Edf, colosso francese dell’energia elettrica, ha dovuto ridurre la produzione di energia da fonte nucleare, proprio a causa dell’aumento della temperatura dei fiumi.
Forniture ridotte insieme all’aumento della domanda causato dalla necessità di utilizzare i sistemi di condizionamento contribuiscono a ulteriori rincari dei prezzi dell’energia. In Francia e Germania è già record.
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