La conferenza sui cambiamenti climatici, promossa dall’Onu, e recentemente conclusasi a Marrakech ha posto al centro del dibattito alcuni urgenti spunti di riflessione, accanto ai quali può essere utile soffermarsi sull’evoluzione della domanda di energia nei prossimi anni. Quanta energia chiederà il Pianeta? E in quali forme e attraverso quali modelli si risponderà a questa richiesta? È stata la società di consulenza McKinsey a provare a delineare una serie di previsioni. Secondo McKinsey, la domanda globale da qui al 2050 continuerà a crescere ma a un ritmo dello 0,7% l’anno, decisamente inferiore all’oltre 2% registrato tra il 2000 e il 2015.

Una domanda in diminuzione per diverse ragioni

Se la richiesta di energia andrà incontro a un decremento la motivazione è da ricercarsi nella minore crescita della popolazione, e dell’economia, sistemi produttivi più digitalizzati, un migliore efficientamento energetico. Nel 2035, secondo i calcoli elaborati da McKinsey, un’auto non elettrica consumerà il 40% in meno di combustibile rispetto a oggi. Nel 2050, per produrre un’unità di Pil, la quantità di energia usata sarà del 50% inferiore a quella del 2013. A metà del secolo, il 77% della produzione energetica verrà dal sole e dal vento; il 13% dal gas naturale, il 10% dal resto. Nel 2050 le rinnovabili, escluso l’idroelettrico, produrranno quindi più del 30% dell’energia globale. L’uso di petrolio dovrebbe iniziare a scendere attorno al 2030 e quello di carbone verso il 2025. La stima è che nel 2050 l’energia da carbone sarà il 16% di quella totale (oggi siamo al 41%).

Gli effetti sull’ambiente

Se queste previsioni e tendenze verranno rispettate, le emissioni di gas a effetto serra cresceranno del 14% nei prossimi vent’anni. È un livello più alto di quanto previsto dall’accordo di Parigi. Dal 2035, però le emissioni si stabilizzeranno e poi inizieranno a diminuire. Quindi, da un lato si consolida il ricorso a modelli energetici più verdi e puliti; dall’altro la popolazione, e il Pil mondiale, continueranno a crescere e a impattare sul Pianeta. Due notizie che, insieme, non fanno presagire scenari catastrofici per il futuro.