Un nuovo Consiglio Affari Energia è stato convocato il 25 novembre a Bruxelles, per trovare una prima intesa sul meccanismo di correzione del mercato. Un price cap statico è quanto proposto dalla Commissione Ue, insieme all’intero pacchetto sull’emergenza energetica.
Le posizioni dei 27 Paesi al tavolo sono estremamente eterogenee e la conclusione di un accordo appare ancora lontana.
I 15 Paesi – Italia e Francia inclusi – che avevano sottoscritto a settembre la lettera a favore di un tetto al prezzo del gas hanno concordato la posizione unitaria di non adesione alla proposta della Commissione.
Il price cap “statico” è stato definito “uno scherzo” anche dalla ministra dell’Ambiente polacca, Anna Moskwa. Preoccupazione anche sul fronte della sicurezza delle forniture energetiche e della situazione in Ucraina, con l’approssimarsi dell’inverno.
La posizione dell’Italia: “Non aderiamo al price cap statico”
“Abbiamo terminato una riunione tra i Paesi critici” sulla proposta del price cap “c’è la condivisione di non aderire” al piano presentato dalla Commissione Ue. Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha fatto così il punto sulla posizione di Roma, prima del Consiglio Affari Energia e dopo una riunione tra i “15” Paesi che avevano chiesto mesi fa il price cap al gas.
Anche Parigi e Berlino fredde su proposta Ue
La proposta della Commissione Ue “non è sufficiente e bisogna continuare a lavorare sulle relazioni con la Norvegia per limitare il prezzo del gas ma anche sul disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello dell’elettricità e continuare a lavorare ugualmente su una profonda riforma del mercato”. La sottolineatura arriva dalla ministra della Transizione Energetica della Francia, Agnes Pannier-Runacher. Dalla Germania si evidenzia come il price cap Ue sia un compromesso sul quale trattare. “Sono necessarie alcune modifiche minori, ma in generale va nella giusta direzione. Tuttavia, molti altri Stati membri non sono d’accordo: prendiamo queste critiche sul serio e siamo aperti a negoziare”, ha spiegato il segretario di Stato per l’Economia Sven Giegold.
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