L’elettricità è il volano principale per affrontare e risolvere il problema dell’inquinamento prodotto dai mezzi di trasporto tradizionali. Questo è quanto emerge dagli incontri di That’s Mobility, la manifestazione promossa da Reed Exhibitions Italia dedicata alla mobilità elettrica che, alla sua prima edizione, ha visto la presenza di 36 aziende, 1.645 operatori professionali nazionali e internazionali e il coinvolgimento di enti e istituzioni interessati dall’e-mobility, dal settore energia, alla progettazione, dall’automotive ai servizi e componentistica, dalle associazioni ambientaliste al mondo accademico e della ricerca. E’ necessario garantire incentivi significativi e di lungo periodo soprattutto per i veicoli veramente efficaci e in grado di guidare il mercato verso la decarbonizzazione totale (ovvero quelli totalmente elettrici, a zero emissioni).
Inquinamento, le città italiane non rispettano i limiti fissati
Sebbene nell’ultimo decennio si sia riscontrato un miglioramento diffuso della qualità dell’aria, le città italiane sono ancora caratterizzate da livelli di concentrazione e superamenti dei limiti fissati per l’NO2, il PM10 e il PM2,5, con valori decisamente negativi per Milano, Torino, Venezia, Roma, Napoli e Cagliari. Tanto che l’Italia è stata sottoposta dalla Commissione Europea a una procedura di infrazione per aver mancato gli obiettivi di abbattimento dell’inquinamento da NO2 e PM10 che avrebbero dovuto essere raggiunti rispettivamente nel 2010 e nel 2005. Pertanto, sono ancora molti gli sforzi necessari affinché si arrivi a una riduzione ai valori imposti dalla normativa a tutela della salute. Da un lato, insomma, lo scenario delle grandi città metropolitane registra nel 2017 una crescita del parco veicoli circolante, dall’altro la mobilità elettrica fatica a decollare, con gravi ricadute sulla salute dei cittadini. E’ quanto è emerso dallo studio MobilitAria presentato da Kyoto Club con CNR, Istituto sull’Inquinamento Atmosferico. Firenze risulta essere la prima città metropolitana per tasso di motorizzazione, con ben 720 auto ogni mille abitanti, seguita da Catania con 710 auto e Torino con 661. Il tasso di crescita della motorizzazione a Torino ad esempio è del 5,5%.
Il divario tra Nord e Sud Italia
A destare preoccupazione sono anche i dati relativi alle classi ambientali delle autovetture circolanti in Italia: se infatti al Nord la maggioranza dei veicoli è Euro4/Euro5 (con qualche punta di Euro6), al Sud la prevalenza è addirittura di Euro3/Euro4. A Napoli rispettivamente il 15 e il 27%, con un’importante quota di Euro0 pari al 22%, a Bari il 19% e il 31%, a Palermo il 17 e 30%, a Cagliari il 18 e il 34%. Le aree metropolitane più virtuose sono Bologna con 8,6 autovetture ibride/elettriche ogni mille abitanti, Milano con 7 e Firenze con 5,5; fanalino di coda Napoli con 0,5. Qualche risultato d’eccellenza in effetti si è raggiunto: a Milano negli ultimi 4 anni l’accesso dei veicoli Diesel nell’Area C si è dimezzato e dal 2025 sarà bloccato l’ingresso a tutti i veicoli Diesel. E molti provvedimenti sono in cantiere per i prossimi anni: Comune di Milano e Regione Lombardia hanno stanziato un investimento di 6 milioni di euro di incentivi a testa per la sostituzione dei veicoli commerciali, con bonus fino a 7.000 € per singolo acquisto di veicoli elettrici. A Torino si è chiusa la circolazione in ZTL ai Diesel fino a Euro3, sono stati acquistati 23 autobus elettrici e altri 20 sono in arrivo. A Bologna dal 2025 nel centro storico entreranno solo i veicoli Diesel da Euro4 in su e dal 2020 solo veicoli elettrici. C’è un elemento che unisce la visione e le opinioni di tutti gli operatori: per far sviluppare il comparto della mobilità elettrica è necessaria una politica di incentivi pubblici che vedano protagonisti attivi anche i soggetti privati.
“La lotta al cambiamento climatico deve partire proprio da quei settori maggiormente responsabili delle emissioni di Co2 in Italia e in Europa. Tra questi, sicuramente i trasporti rappresentano un’area nella quale intervenire con politiche sostenibili anche per rispettare gli impegni previsti dall’Accordo di Parigi”.
Antonio Carmine Vitale (Amministratore unico Enega srl)
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