Un corposo pacchetto di investimenti orientati alla sostenibilità per contribuire a contrastare gli effetti economici della pandemia da coronavirus. Il governo cinese, attraverso il ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente e l’amministrazione cittadina di Shanghai, lancia un Fondo nazionale per lo sviluppo verde, con una dotazione di oltre 10 miliardi di euro (pari a 88 miliardi di yuan).
Il fondo avrà la funzione di far convergere gli investimenti in progetti per lo sviluppo sostenibile del Fiume Azzurro, il più lungo dell’Asia e uno dei più lunghi al mondo.
Dopo la tempesta economica e sociale causata dal Covid-19, la Cina prova a consolidare nuovamente il suo ruolo di grande player globale, puntando su una strategia energetica di distaccamento dal carbone e mettendo nel mirino una svolta green. Il governo, infatti, ha fatto già sapere che le centrali a carbone più obsolete e inquinanti sono destinate progressivamente a essere chiuse, anche se verranno costruiti nuovi impianti. Tuttavia, Pechino si mostra sicura di aver intrapreso, senza ripensamenti, la transizione verso modelli di produzione energetica maggiormente incentrati sulle rinnovabili: idroelettrico, eolico e solare vedranno aumentare le quote di produzione significativamente nei prossimi anni.
Il piano di produzione di energia verde, però, dovrà comunque scontrarsi con le misure promosse dal governo centrale per rispondere alla crisi economica innescata dalla pandemia. Il piano di rilancio dell’economia cinese, infatti, è fortemente incentrato sulla costruzione di nuove infrastrutture pesanti, come per esempio linee ferroviarie e strade, e quindi su produzioni industriali altamente inquinanti.
“Anche la Cina, paese dal quale purtroppo è partita la pandemia, si sta impegnando attivamente nel rispondere alle sfide post emergenza. Le energie verdi possono essere una delle armi vincenti per contrastare gli effetti economici dell’emergenza Covid-19”.
Antonio Carmine Vitale
(Amministratore unico Enega srl)
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