L’agenda energetica nazionale si arricchisce di nuovi elementi, anche a causa del conflitto in corso tra Russia e Ucraina. Secondo Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, tre gli assi da cui ripartire. Il primo è l’accelerazione sulla realizzazione dei rigassificatori da rendere operativi entro la prima metà del prossimo anno. Poi continuare a spingere sulla ricerca per le rinnovabili non escludendo anche la possibilità di nuove tecnologie relative al nucleare ma chiudendo alla costruzione di nuove centrali. Infine mandare a regime entro i primi mesi del 2024 i nuovi contratti di fornitura del gas stipulati negli ultimi due mesi. 

 

“Italia è in economia di guerra”

“Siamo entrati in un’economia di guerra – sottolinea Cingolani – questo ormai va detto e tra un’economia di mercato e una di guerra il passo è lungo”. Per mettere in sicurezza il sistema energetico nazionale, il ministro chiede di accelerare sulla messa in opera del rigassificatore. Le aree maggiormente indiziate per ospitare la nuova infrastruttura sono al momento Piombino e Ravenna.

 

Diversificare le forniture di gas

L’escalation militare in Ucraina ha reso stringente l’esigenza di rendere l’Italia sempre più indipendente dal gas russo. “Negli ultimi due mesi – sottolinea Cingolani – abbiamo siglato numerosi contratti in particolare in Africa, assicurando a regime forniture di gas per oltre 25 miliardi di metri cubi: per far partire queste nuove forniture ci vorrà un pò, ma contiamo di andare a regime a partire dal 2024”. No invece, almeno nell’immediato, a nuove centrali nucleari: per Cingolani centrale deve rimanere la promozione di politiche a favore delle energie rinnovabili e green.