L’escalation militare tra Russia e Ucraina avrà conseguenze economiche anche sui paesi dell’Unione europea, in particolare per quanto concerne l’energia

La grave crisi politica e militare in corso ha modificato notevolmente le priorità dell’agenda politica del governo Draghi. L’energia è tra i temi caldi: i percorsi già delineati e i dossier sul tavolo dei ministri coinvolti dal tema rischiano di subire cambiamenti drastici a seguito dell’invasione militare russa ai danni di Kiev

Secondo fonti governative, la guerra cambia radicalmente lo scenario delle prossime scelte politiche sul tavolo di Draghi ma, soprattutto, non sarà una vicenda rapida e indolore. Tutt’altro. La strategia del governo, che ora deve affrontare in materia di energia uno scenario del tutto nuovo, punterà a incentivare il più possibile il ricorso alle energie rinnovabili, quantomeno nel breve periodo. 

Un altro dei temi caldi è la necessità di aumentare il più possibile la produzione di gas, con particolare attenzione al Tap e senza escludere un incremento nel ricorso al carbone, per prevenire criticità drammatiche, come lo stop delle forniture da parte di Mosca, individuato come lo scenario peggiore

Il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, prima dei lavori dell’Ecofin in corso a Parigi, ha sottolineato che “l’impatto delle sanzioni applicate alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina sarà limitato perché le nostre relazioni commerciali con la Russia non sono così importanti, ma la questione energetica rappresenta un rischio”.  Gentiloni ha sottolineato l’importanza di prendere misure volte a realizzare sistemi caratterizzati da “autonomia, stoccaggio e indipendenza energetica dell’Unione europea”.