Nuove norme in arrivo dall’Unione europea per favorire la riduzione del consumo di energia finale a livello europeo. Gli Stati membri beneficeranno di flessibilità nel conseguimento di tale obiettivo.
Consumi energetici, cosa prevede la nuova direttiva
La nuova direttiva, adottata dal Consiglio Ue, prevede che gli Stati membri garantiranno collettivamente una riduzione del consumo di energia finale di almeno l’11,7% nel 2030, rispetto alle previsioni di consumo energetico per il 2030 formulate nel 2020. Viene quindi previsto un limite massimo al consumo di energia finale degli Stati membri, pari a 763 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 993 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio per il consumo primario. Il limite per il consumo finale sarà vincolante per gli Stati membri a livello collettivo, mentre l’obiettivo per il consumo di energia primaria sarà indicativo. Nel consumo di energia finale è compresa l’energia consumata dagli utilizzatori finali. In quello di energia primaria, invece, rientra anche ciò che viene utilizzato per la produzione e la fornitura di energia.
Settore pubblico centrale nelle politiche di risparmio energetico
L’insieme degli Stati membri è chiamato a fornire un contributo al raggiungimento dell’obiettivo generale promosso dal Consiglio. In particolare, i diversi Stati stabiliranno internamente i livelli dei contributi nazionali indicativi e le traiettorie per il conseguimento dell’obiettivo nei rispettivi piani nazionali integrati per l’energia e il clima (PNEC). I progetti definitivi del PNEC sono previsti per il 2024.
Nuove responsabilità anche per il settore pubblico: la direttiva prevede infatti l’obbligo specifico di arrivare a una riduzione annuale del consumo energetico dell’1,9%, target dal quale sono esclusi i settori dei trasporti pubblici e delle forze armate. Infine, gli Stati membri devono ristrutturare ogni anno almeno il 3% della superficie totale degli immobili di proprietà statale.
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