Il 30 novembre prende il via, nella capitale francese, ancora scossa dai recenti attacchi terroristici, la Cop21, nota anche come “Parigi 2015”, la XXI Conferenza delle parti organizzata della Convenzione quadro delle Nazioni Unite (UNFCCC) sui cambiamenti climatici, che si concluderà l’11 dicembre 2015. Un appuntamento storico, al quale parteciperanno 196 firmatari (195 Stati, più l’Unione europea), 50 mila persone e 25 mila delegati ufficiali. Ciò significa che circa il 75% degli stati, che rappresentano l’87% delle emissioni globali di agenti nocivi per il clima, ha informato l’ONU dei loro propositi in tema di politiche ambientali.
La prima COP si è svolta a Berlino nel 1995. Durante la COP3, è stato adottato il protocollo di Kyoto, con la COP11 è stato prodotto il piano d’azione di Montreal. Al termine della COP17, infine, a Durban, è stato creato il Fondo verde per il clima. L’obiettivo principale della conferenza è riuscire ad arrivare, per la prima volta in vent’anni, ad un accordo vincolante e universale sul clima, che limiti il riscaldamento globale sotto la soglia dei 2 °C. rispetto all’era preindustriale (1850 circa), un accordo che sia più solido e più esteso di quello di Kyoto, mai ratificato dagli Stati Uniti. Durante i dodici giorni di negoziazioni si dovrà arrivare alla redazione di un documento vincolante, al quale i Paesi aderenti dovranno attenersi, rispettandone le linee guida.
I singoli governi dovranno presentare dei piani per il raggiungimento degli obiettivi prefissati e il rispetto dei parametri sarà monitorato con cadenza quinquennale. Alla ricerca di un accordo Sono molte le differenze, in termini di politiche energetiche, tra i diversi Paesi che prenderanno parte alla COP21: circa un quarto dei partecipanti (49 su 195) non ha presentato i piani entro la deadline del 1° ottobre. Si va dai paesi più sensibili, come quelli scandinavi, a quelli maggiormente disinteressati come quelli del mondo arabo.
Alla COP21, naturalmente, parteciperanno anche piccoli Paesi che contribuiscono all’inquinamento con una quota minima di emissioni, ma ne subiscono in maniera pesante le conseguenze. Una delle questioni sarà lo stanziamento di 100 miliardi di dollari annui per risarcire i paesi più poveri colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici. La COP21 si concluderà significativamente l’11 dicembre 2015, a diciotto anni esatti dall’ 11 dicembre 1997 in cui, durante la COP3, il trattato fu redatto.
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