Lo scorso 12 dicembre, i paesi che hanno preso parte alla Cop21, la conferenza sui cambiamenti climatici, che si è svolta a Parigi, hanno raggiunto un accordo, con l’obiettivo di assumere impegni concreti di fronte ai rischi posti dalla sfida del clima e della sostenibilità ambientale. Un risultato storico, elogiato anche dal Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. “Il mondo si è impegnato per un futuro più pulito.
L’accordo è una svolta per il mondo. Non dobbiamo cullarci sugli allori – dice Obama – ma l’accordo è forte. Senza Parigi, il futuro sarebbe stato più fosco. Non c’è nulla di più importante di un mondo con un’aria più respirabile. L’accordo è la migliore chance che abbiamo”. Ecco in sintesi i punti principali dell’accordo
NUOVI LIMITI PER RIDURRE IL RISCALDAMENTO GLOBALE
L’articolo 2 dell’accordo fissa l’obiettivo di restare al di sotto dei 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali, con l’impegno a “portare avanti sforzi per limitare l’aumento di temperatura a 1,5 gradi”.
EMISSIONI: LAVORARE PER RIDURLE A LUNGO TERMINE
L’articolo 3 prevede che i Paesi “puntino a raggiungere il picco delle emissioni di gas serra il più presto possibile”, e proseguano “rapide riduzioni dopo quel momento” per arrivare a “un equilibrio tra le emissioni da attività umane e le rimozioni di gas serra nella seconda metà di questo secolo”.
IMPEGNI DEI PAESI FIRMATARI
In base all’articolo 4, tutti i Paesi “dovranno preparare, comunicare e mantenere” degli impegni definiti a livello nazionale, con revisioni regolari che “rappresentino un progresso” rispetto agli impegni precedenti e “riflettano ambizioni più elevate possibile”. I paragrafi 23 e 24 della decisione sollecitano i Paesi che hanno presentato impegni al 2025 “a comunicare entro il 2020 un nuovo impegno, e a farlo poi regolarmente ogni 5 anni”, e chiedono a quelli che già hanno un impegno al 2030 di “comunicarlo o aggiornarlo entro il 2020”. La prima verifica dell’applicazione degli impegni è fissata al 2023, i cicli successivi saranno quinquennali.
LOSS AND DAMAGE
L’accordo prevede un articolo specifico, l’8, dedicato ai fondi destinati ai Paesi vulnerabili per affrontare i cambiamenti irreversibili a cui non è possibile adattarsi, basato sul meccanismo sottoscritto durante la Cop 19, a Varsavia, che “potrebbe essere ampliato o rafforzato”. Il testo “riconosce l’importanza” di interventi per “incrementare la comprensione, l’azione e il supporto”, ma non può essere usato, precisa il paragrafo 115 della decisione, come “base per alcuna responsabilità giuridica o compensazione”.
RISORSE FINANZIARIE
L’articolo 9 chiede ai Paesi sviluppati di “fornire risorse finanziarie per assistere” quelli in via di sviluppo, “in continuazione dei loro obblighi attuali”. Più in dettaglio, il paragrafo 115 della decisione “sollecita fortemente” questi Paesi a stabilire “una roadmap concreta per raggiungere l’obiettivo di fornire insieme 100 miliardi di dollari l’anno da qui al 2020”, con l’impegno ad aumentare “in modo significativo i fondi per l’adattamento”.
FLESSIBILITA’ E TRASPARENZA
L’articolo 13 stabilisce che, per “creare una fiducia reciproca” e “promuovere l’implementazione” viene promosso uno “un sistema di trasparenza ampliato, con elementi di flessibilità che tengano conto delle diverse capacità”.
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