L’emergenza Covid-19 ha impresso una brusca battuta d’arresto ai processi di accesso all’energia nelle aree fino ad oggi maggiormente svantaggiate. Tra queste, l’Africa subsahariana rischia di pagare il prezzo più alto: la pandemia ha generato un effetto negativo tale da far regredire sette anni di ininterrotti progressi, portando il numero delle persone senza elettricità a più di 590 milioni. Il rapporto di monitoraggio dell’SDG 7, The Energy Progress Report 2020, basato sui dati compilati prima della crisi coronavirus, ha evidenziato la necessità di raddoppiare gli sforzi globali nell’Africa sub-sahariana per raggiungere l’obiettivo. 

Un dato allarmante che si incrocia con la domanda di energia dell’Africa, destinata a crescere fino al 2040 a una velocità doppia rispetto alla media globale, per rispondere alle sfide della trasformazione economica del continente. Un aumento così vertiginoso che rischia di generare un effetto a catena: necessità di più investimenti, gestione della crescente dipendenza dalle importazioni e azioni di contrasto all’impatto potenzialmente inquinante della produzione di energia. 

Per affrontare le questioni più scottanti, lo scorso 24 novembre si sono riuniti in un forum virtuale i ministri di tutto il continente, sotto l’egida della Presidenza della Repubblica del Sud Africa e in collaborazione con l’IEA. Al centro dell’agenda gli interventi a cui dare priorità nell’ottica di attivare programmi e investimenti per la ripartenza post Covid. 

GLI INVESTIMENTI UE

Uno scenario che riguarda da vicino anche l’Unione europea: il dialogo tra Bruxelles e i paesi dell’Africa subsahariana si basa ancora su modelli energetici obsoleti. Tuttavia lo scorso 20 novembre, la Commissione europea ha compiuto un importante passo avanti per promuovere gli investimenti in Africa e nel vicinato dell’UE e contribuire a stimolare la ripresa mondiale dalla pandemia, grazie alla conclusione di dieci accordi di garanzia finanziaria del valore di 990 milioni di euro con istituzioni finanziarie partner. Di questo stanziamento, ben  20 milioni sono destinati al Programma di sostegno alle energie rinnovabili per le zone prevalentemente rurali dell’Africa subsahariana, oggi prive di accesso all’energia, con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo e al finanziamento di progetti nel campo delle energie rinnovabili non collegati alle reti di distribuzione dell’energia elettrica. La garanzia, attuata in collaborazione con COFIDES, l’istituzione spagnola per il finanziamento dello sviluppo, contribuirà a generare un investimento totale di 80 milioni di euro, e mira a fornire elettricità ad almeno 180mila nuovi utenti nelle zone rurali.  

“La pandemia ha rallentato processi di sviluppo dall’impatto globale, come quello dell’accesso a energia pulita, sostenibile e di qualità nel continente africano, un’area fondamentale per le sorti del pianeta e per la possibilità di dar vita a nuovi modelli produttivi. E’ uno dei tanti drammatici effetti dell’emergenza Covid-19, alla quale bisogna rispondere con più investimenti e innovazione”. 

Antonio Carmine Vitale
(Amministratore unico Enega srl)