Negli ultimi cinque anni, la produzione di elettricità da impianti bioenergetici è praticamente raddoppiata, facendo segnare un +98,4% per 18.732 GWh nel 2014. A fare da capofila tra le regioni è l’Emilia Romagna e, a sorpresa, Campania e Calabria a seguire. I dati sono stati resi noti a Cremona, nel corso della sesta edizione di Bio Energy Italy, che si è conclusa lo scorso 22 aprile, assieme a Green Chemistry Conference and Exhibition e a Food Waste Management Conference.

Biogas protagonista

Il considerevole incremento nella produzione di elettricità da impianti a bioenergia (biogas, bioliquidi e solidi) in Italia è dovuto prevalentemente alla crescita del biogas (+143,8% dal 2010 al 2014) che ha prodotto 3.538 GWh, grazie agli scarti da attività agricole e forestali (1.894 GWh con il +1.235%) e deiezioni animali (396 GWh e +295%). L’elettricità prodotta da bioliquidi è cresciuta di quasi la metà (+44,6% per 3.084 GWh) nello stesso periodo mentre quella da solidi di oltre un quarto (+26,2% e 3.287 GWh).

Campania tra le regioni leader per le bioenergie

Tra le regioni è l’Emilia Romagna a far registrare le migliori performance: nella produzione di energia a livello regionale, infatti, quasi la metà (44,8%) proviene da impianti che utilizzano bioenergie (contro il 15,5% della media nazionale). Sorprendenti anche i dati di due regioni del Sud: la Campania arriva quasi a un quarto di bioenergie (22,3%, secondo posto) e la Calabria a un quinto (20,1%, quinto posto). La Lombardia è terza (21,3% sul totale di elettricità prodotta), il Veneto quarto (20,5%). È bassa la produzione di elettricità da impianti bioenergetici in Toscana (7% del totale), Sicilia (5%), Abruzzo (4,7%) e Trentino Alto Adige (2,4%) mentre è inesistente in Valle d’Aosta (0,3%).