Il miglioramento delle condizioni economiche realizzatosi nel corso del 2015 (l’aumento dello 0,8% del pil), in aggiunta alle condizioni metereologiche, hanno riportato in positivo dopo tre anni il trend dei consumi di energia, facendo registrare un aumento del 3,2% nel 2015. È quanto emerso dalla relazione annuale dell’autorità per l’Energia, presentata lo scorso 21 giugno a Roma dal garante Guido Bortoni.

Elettricità, resta da completare la transizione verso un sistema carbon-free

Il mercato dal 2018 sarà completamente liberalizzato, si legge nella relazione, ed è allo studio la creazione di una tariffa standard. Permangono le criticità del settore elettrico e la strada verso un modello produttivo a basso contenuto di carbonio è ancora in salita. Bortoni evidenzia che la via per la decarbonizzazione del comparto energia è “quella di operare un drastico taglio dei consumi anche elettrici, nonostante l’Italia abbia nella produzione interna di elettricità una percentuale di fonti rinnovabili ormai prossima al 50%. Non sappiamo quando il target a preminenza rinnovabile sarà conseguito, ma sappiamo che, in quel momento, se gli incrementi di consumo energetico saranno solo elettrici, avremo raggiunto una situazione che a molti suonerebbe paradossale: consumare elettricità per aiutare l’ambiente”. In altre parole: secondo l’Autorità, più il mercato elettrico diventerà carbon-free, più importante sarà consolidare i livelli di efficienza energetica, perché risparmiare kilowatt equivarrà semplicemente a ridurre la spesa, “senza preoccupazioni per le emissioni da Co2”.

Le novità per i consumatori

I costi in bolletta per i consumatori rimangono però preoccupanti. È in particolare la tariffa di rete, che riguarda oltre 30 milioni di utenti, a sollevare i principali dubbi. “Nata non cost-reflective ma progressiva negli anni degli shock petroliferi come “scudo” avverso le importazioni onerose di fonti fossili”, ha sintetizzato Bortoni, “si è poi trasformata in iniquità economica per i consumatori tramite un intenso sussidio incrociato. Oggi, senza riforma, si rischierebbe un vero e proprio paradosso ambientale contro la green economy”. “A regime – ha spiegato il garante – la bolletta dipenderà ancora per il 75% dalla quota energia. Per superare le attuali disparità bisognerà anche affrontare la riforma complessiva della ridistribuzione degli oneri di sistema, componenti parafiscali delle forniture di famiglie e imprese, prendendo in considerazione il trasferimento, anche parziale, del fabbisogno annuale su voci di fiscalità generale, a garanzia della maggiore sostenibilità economica della bolletta elettrica”. Da non sottovalutare, nel contesto della rete, anche la riduzione delle tariffe. “Ad esempio, con la manovra tariffaria di fine 2015, relativa alla remunerazione delle reti elettriche, a partire dall’1 gennaio 2016 si è disposta una riduzione a vantaggio dei clienti del servizio elettrico, su base d’anno, stimabile nell’ordine di 700 milioni di euro”.

Arrivano i contatori intelligenti

Altra criticità da eliminare, e sempre guardando al mercato retail, l’alta incidenza delle anomalie nella fatturazione delle bollette. Un contributo decisivo arriverà dai nuovi contatori, i cosiddetti contatori smart. “A breve – sottolinea Bortoni – in diversi comuni italiani, saranno progressivamente installati i misuratori 2G, senza apprezzabile aggravio tariffario per i clienti o rischi di doppio pagamento dei misuratori, introducendo però un salto prestazionale per la misura, la fatturazione e la consapevolezza dei propri consumi attraverso l’Energy Footprint, con effetti abilitanti su molte applicazioni di efficienza energetica, di consumo sostenibile e di domotica”.

Gas, obiettivo integrazione
Sul fronte del gas, il garante ha evidenziato la valenza strategica di una piattaforma liquida nel Meridione d’Europa a vantaggio del continente intero in termini di diversificazione, flessibilità e sicurezza degli approvvigionamenti euro-unitari. “È fuori discussione – osserva – il valore apportato da un mercato significativo come quello italiano con la sua dotazione di risorse infrastrutturali, non soltanto di adduzione di gas dal Mediterraneo e dal Corridoio sud (Tap ed altri), ma anche di capacità di stoccaggio, di rigassificazione e di reverse flow verso il centro Europa. Lo sviluppo e l’integrazione della piattaforma sudeuropea sono fortemente condivisi anche dalla Commissione Ue”.