L’innovazione tecnologica in ambito energetico continua a portare a risultati sorprendenti. Gli ingegneri dell’Australian National University, come spiegato in un articolo pubblicato su Nature, si sono focalizzati sulle perovskiti. Il gruppo di ricerca, sviluppando le caratteristiche delle celle fotovoltaiche da un centimetro quadrato realizzate in perovskite, hanno mirato ad un doppio obiettivo. Da un lato mirava raggiungere un’alta efficienza di conversione della luce in elettricità, dall’altro voleva garantire un elevato “fattore di riempimento”

Il fattore di riempimento (o “fill factor”)  rappresenta quanto la potenza massima reale si avvicina a quella ideale. L’indicatore si ottiene dal confronto tra la potenza massima con la potenza teorica che verrebbe emessa alla tensione a circuito aperto e alla corrente di cortocircuito. Per farsi un’idea: le celle in silicio cristallino oggi in commercio vantano un fattore di riempimento dell’80%, al di sotto del 70%, la resa complessiva del prodotto ne risente gravemente.

Gli scienziati hanno raggiunto un record di efficienza della perovskite del 22,6%, riuscendo a conseguire un fill factor di oltre l’86%. Elementi potenzialmente incoraggianti per un più ampio utilizzo commerciale delle perovskiti, anche grazie a un processo di produzione più snello ed efficiente.