Un mondo nel quale la produzione di energia è trainata dalle fonti rinnovabili non è ancora un traguardo vicino. Basti pensare che la domanda mondiale di energia elettrica è sostenuta essenzialmente da fonti fossili, per il 34,2% da petrolio, per il 27,6% da carbone e per il 23,4% da gas. Sono i dati evidenziati dal primo rapporto annuale promosso dal Centro studi Srm di Intesa San Paolo in collaborazione con ESL Energy Center (Dipartimento energia del Politecnico di Torino). “Med & Italian Energy Report” – presentato a Napoli lo scorso 3 aprile – fa il punto sugli scenari energetici a livello globale, e su scala mediterranea e italiana in termini di risorse, produzione, scambio e consumo di commodity energetiche. Successivamente si analizzano i corridoi e le infrastrutture energetiche, in rapporto allo sviluppo sostenibile, sugli scenari presenti e futuri di produzione, commercio e consumo di gas naturale nel Mediterraneo e sull’analisi delle principali rotte e del trasporto marittimo. Infine vengono esaminati gli investimenti cinesi in infrastrutture energetiche a livello globale lungo la “nuova via della seta”.

Mezzogiorno protagonista anche con il sistema portuale

Dal rapporto emerge che i consumi di energia sono concentrati su tre aree mondiali, Cina, Stati Uniti e Unione Europea, che insieme rappresentano quasi il 50 per cento del totale. Medio Oriente e Nord Africa, area Mena detengono quasi la metà delle riserve mondiali di petrolio e oltre il 44% di gas naturale. L’Italia dipende per il 78,6% dalle importazioni di combustibili fossili. Dal 2007 a oggi, però, la produzione di fonti rinnovabili assieme al risparmio energetico ha incrementato la quota sulla produzione lorda dal 17 al 36%. La filiera dell’energia elettrica italiana, dalla produzione alla manifattura, conta 30 miliardi di euro di valore aggiunto e produce 177 miliardi di fatturato, grazie a 23.500 imprese attive per circa 215.000 addetti. Il Mezzogiorno ospita quasi tutta la riserva energetica italiana, con la Basilicata, che da sola pesa per l’84% della produzione a terra di oil & gas. Il Sud produce il 50% circa del totale dell’elettricità da fonti rinnovabili, come eolico, solare, bioenergie e geotermica. In questo contesto, lo studio evidenzia l’importanza strategica dei porti, come gate di accesso energetico. Nei porti italiani vengono gestiti 184 milioni di tonnellate di rinfuse liquide, e il Mezzogiorno concentra il 45% del traffico energetico del Paese.

L’energia è un settore strategico fondamentale per la crescita competitiva del nostro paese, anche in chiave di apertura internazionale, in particolare nell’area del Mediterraneo. Come emerge dai dati diffusi dal Rapporto di Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, il nostro Sud è protagonista della filiera dell’energia e rappresenta una vera e propria riserva per il fabbisogno interno. Senza trascurare l’apporto strategico, sempre più rilevante, dei porti come sistema integrato di gestione del traffico di energia”.

Antonio Carmine Vitale (Amministratore unico Enega srl)