Le rinnovabili cambiano il settore energetico europeo, con una mutazione tecnologica e strategica delle utility e con nuovi modelli di business e di consumo. Crescono le aziende italiane che ora stanno investendo sempre più sui mercati emergenti, mentre per il mercato elettrico italiano si delinea un futuro di produzione diffusa con impianti di piccola taglia. È il quadro tracciato dal rapporto annuale Irex “La trasformazione dell’industria italiana delle rinnovabili tra integrazione e internazionalizzazione” realizzato dagli analisti di Althesys. Nel 2015 si sono registrate 140 operazioni, che hanno dato luogo a investimenti per 9,9 miliardi di euro, pari a 6.231 Mw, +31,5% rispetto al 2014.

 

L’eolico traina la crescita interna

Sono soprattutto le operazioni che coinvolgono l’eolico a trainare la crescita interna, sia in termini di operazioni censite sia per capacità i​ncidono infatti​ per il 67,6% della potenza autorizzata e installata nel 2015 (1.624 Mw, +58% rispetto al 2014), con 2,4 miliardi di euro di investimenti. Di questi, solo il 25% sono avvenuti in Italia, con una taglia media degli impianti di 20 Mw. Per l’eolico la diminuzione degli incentivi non ha tra l’altro modificato in maniera sostanziale il quadro del settore, che mostra ancora una buona profittabilità nella maggior parte dei Paesi europei. In discesa, invece, le operazioni nel fotovoltaico, che contribuiscono per il 19% alla crescita interna, per un totale di 359 Mw (-35% rispetto al 2014), tutte localizzate all’estero. Continuano a diminuire anche gli investimenti in impianti a biomasse, con un calo della potenza mappata del 56%. Scompare di fatto il biogas, oramai limitato solo all’installazione di piccoli impianti, mentre il biometano ha sofferto il lungo iter legislativo e non riesce ancora a decollare. Aumentano gli investimenti nell’idroelettrico, con 401 Mw contro i 105 del 2014, sviluppati quasi esclusivamente all’estero, essendo il 17% della potenza realizzata fuori Italia. Restano invece ancora al palo i possibili interventi di revamping nel nostro Paese. Nelle acquisizioni l’attore principale è il fotovoltaico (43%), seguito dall’eolico e dall’idroelettrico, rispettivamente al 22% e 14%.

 

Effetto rinnovabili sui prezzi di mercato
Negli ultimi anni, le rinnovabili hanno trasformato il mercato elettrico, dalla formazione dei prezzi agli effetti sul dispacciamento. Le analisi per il 2015 e al 2025 mostrano la capacità di fronteggiare i picchi di fabbisogno, mentre eventuali criticità sono gestibili con le attuali capacità di import e i potenziamenti delle interconnessioni. Le elaborazioni svolte per il 2015 mostrano un ridimensionamento dell’impatto degli sbilanciamenti netti di eolico e fotovoltaico sul mercato dei servizi di dispacciamento, che si attesta al 9,7% (contro l’11,5% del 2014 e l’11,7% del 2013). Nonostante il calo dei prezzi, rimane significativo e si consolida l’effetto peak shaving del fotovoltaico, con una riduzione del Pun (Prezzo unico nazionale) nelle ore di picco diurne di 586 milioni di euro. Crescono le operazioni di efficienza energetica: nel 2015 coprono il 17% del totale, contro il 5% dell’anno precedente. Gli accordi di collaborazione pesano per il 38% e sono principalmente partnership strategiche, che vedono coinvolti player energetici e tecnologici per lo sviluppo di sistemi di accumulo da integrare con impianti a fonti rinnovabili, sistemi vehicle-to-grid e smart grid. La digitalizzazione delle reti consentirà soluzioni smart, cambierà i modelli di produzione e quelli di consumo, facendo evolvere la filiera tecnologica italiana. La generazione distribuita (che già comprende oltre 600.000 impianti per una potenza di circa 30 GW, il 25% della potenza efficiente lorda italiana) continuerà a crescere con il fotovoltaico previsto nel 2025 fino a 29 GW contro i 19 scarsi attuali.