L’inquinamento uccide più nei paesi in via di sviluppo, che in quelli avanzati. E il dato della mortalità per inquinamento ambientale nei paesi poveri è dieci volte superiore, nonostante i livelli di inquinamento siano, in assoluto, nettamente inferiori. Il dato emerge dall’ultimo rapporto sull’economia del Mediterraneo del Cnr, curato da Salvatore Capasso, ordinario di Politiche Economiche all’università Parthenope di Napoli. 

Dal rapporto emerge anche un altro dato importante che riguarda l’impiego di energia prodotta da fonti rinnovabili, soprattutto nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo che non hanno un’economia particolarmente florida. Sono aree particolarmente esposte agli effetti del cambiamento climatico, eppure la quota di rinnovabili, secondo il rapporto Cnr, dal 1971 al 2016 è cresciuta soltanto del 2%. 

Un dato che non combacia con l’enorme potenziale dell’area del Mediterraneo per la produzione energetica da fotovoltaico. E la metà del consumo energetico da fonti rinnovabili è rappresentato dei biocombustibili, la legna soprattutto. La svolta in Europa si attende con l’applicazione del “Green Deal” il piano finanziato per 1000 miliardi di euro. 

Alla presentazione del rapporto, avvenuta lo scorso 1° marzo a Napoli,  è intervenuto, tra gli altri, il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. “I cambiamenti climatici, come dice il segretario generale delle Nazioni Unite, Gutierrez, sono la sfida delle sfide. In Italia nell’ultima legge di stabilità sono stati messi, in termini pluriennali, 60 miliardi di euro per poter cambiare il sistema produttivo e sviluppare la green economy. Ciò vuol dire che si sta affrontando in maniera pragmatica il problema. Siamo il primo Paese al mondo che ha cambiato la programmazione economica in maniera sostenibile: il Cipe infatti si è trasformato in Cipes nella legge clima proprio per pianificare uno sviluppo sostenibile”.

Il Mediterraneo può essere protagonista di una grande svolta in termini di potenzialità sui temi dell’energia, del cambiamento climatico e delle infrastrutture. Le opportunità sono enormi e lo sviluppo di nuovi modelli più verdi e sostenibili rappresenterebbe per questa regione anche la possibilità di fare un grande salto di qualità con grandi ricadute benefiche su economia e occupazione”.

Antonio Carmine Vitale
(Amministratore unico Enega srl)