Tempo di pagelle per quanto riguarda le policy in materia di energia e ambiente. A dare i voti, in vista della fine dell’anno, è la EEA – European Environmental Agency, nel documento Environmental Indicator Report 2016. “I sostanziali progressi nella riduzione delle emissioni di gas serra nell’aria e di altri inquinanti, il miglioramento dell’efficienza energetica dei materiali – si legge nel Rapporto – devono essere integrati con ulteriori azioni da parte degli Stati membri ed applicando pienamente le politiche concordate per proteggere meglio la biodiversità, le risorse naturali e la salute delle persone”. Il documento si concentra in particolare sui principali trend e le prospettive per il raggiungimento degli obiettivi ambientali dell’UE per il 2020, consegnando una fotografia dei progressi compiuti finora dai 28 Stati membri nel soddisfare 29 obiettivi politici dell’UE.

Obiettivo 2050

Solo un terzo degli obiettivi identificati nella strategia Ue sarà raggiunto nei prossimi anni, mentre il traguardo di un altro terzo entro il 2020 pare estremamente difficile. È probabile, inoltre, che il restante terzo non sarà mai realizzato. Le politiche ambientali promosse in ambito Ue sono risultate più efficaci nella riduzione delle pressioni generali sull’ambiente che nella riduzione degli impatti sulla salute e il benessere delle persone. “Il quadro di valutazione indica che le politiche ambientali dell’UE hanno conseguito miglioramenti sostanziali. Gli europei godono di aria e acqua più pulite e vengono riciclati più rifiuti. Occorre, tuttavia, fare di più per migliorare la nostra qualità dell’aria, proteggere la nostra fauna selvatica e le risorse naturali, se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi per il 2020″. A dichiararlo, Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’EEA. In vista degli obiettivi 2050, però, come sottolinea il Rapporto, saranno necessarie politiche ambientali più ambiziose e una trasformazione più radicale dei modelli di produzione e gestione dell’energia, del cibo, delle abitazioni e delle comunità in generale.

Le sfide del nuovo anno

Tuttavia, ogni nuova decisione europea in materia non vedrà la luce prima del 2017: per la fine dell’anno infatti è prevista nell’agenda del Consiglio dei Ministri UE soltanto la discussione della bozza di regolamento per il nuovo mercato delle quote di carbonio (ETS), sulla quale sono in fase di applicazione diversi aggiustamenti. La partita su questo argomento è ancora tutta da giocare: dalla lista dei settori a rischio rilocalizzazione delle emissioni (carbon leakage), fino alla percentuale delle quote da mettere all’asta, il meccanismo di finanziamento per i paesi membri a basso reddito, fino ai tetti alle emissioni dei settori non ETS (agricoltura e foreste, trasporti, edifici, rifiuti).