La sostenibilità delle strategie di produzione industriale ed energetica è sempre di più un tema al centro dell’agenda globale. Dalla Svezia, arriva un’importante testimonianza sulle potenzialità che una strategia incentrata sullo sviluppo di tecnologie utili a valorizzare i rifiuti come materiale per la produzione di energia elettrica pulita possa avere nei futuri modelli industriali. 

Il collegamento tra eliminazione del problema dei rifiuti e produzione di energia elettrica è già di per sé strategico, perché contiene due risposte a tematiche molto stringenti. Da un lato una corretta gestione del problema dei rifiuti, dall’altro i fabbisogni legati alla produzione di energia.

Negli ultimi anni, grazie all’applicazione di strategie incentrate sull’integrazione tra tecnologia e politiche improntate alla sostenibilità, la Svezia è riuscita a imporre un modello praticamente “zero waste”, con la possibilità addirittura di importare spazzatura da altri paesi – solo nel 2016 erano state importate oltre 2,3 tonnellate di spazzatura -. 

Solo per il 2020, Stoccolma stima un guadagno di oltre 100 milioni di euro e l’eliminazione di oltre 479 mila tonnellate di CO2. Dati significativi che hanno contribuito a far sì che, in Svezia, oltre il 50 per cento della produzione di energia elettrica del Paese derivi da fonti rinnovabili.

“Economia circolare, sostenibilità, tecnologie pulite ed energie green devono essere i pilastri dai quali ripartire per rilanciare le attività economiche e produttive nel difficile scenario post Covid-19. L’esempio di paesi virtuosi coma la Svezia dimostra che modelli di produzione più puliti e leggeri sono la strada da seguire”.

Antonio Carmine Vitale
(Amministratore unico Enega srl)