Su 353 progetti messi in campo dalle prime 15 smart city italiane, solo il 5% sfrutta appieno le tecnologie digitali nei processi di gestione sostenibile dell’energia. È quanto emerge dalla seconda edizione del Digital Energy Report, il rapporto promosso dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, realizzato in collaborazione con numerose aziende partner. Dalla ricerca emerge un ritardo piuttosto netto nell’utilizzo delle tecnologie digitali nel campo dell’energia sostenibile. A conferma di questo scenario, il dato degli investimenti in progetti digitali collegati alla digitalizzazione dell’energia che non arrivano a toccare i 50 milioni di euro, anche a causa della difficoltà di strutturare una buona integrazione tra i molti attori pubblici e privati del sistema.
Salgono gli investimenti privati
Il rapporto si è focalizzato sulla mappatura delle soluzioni di digital energy adottate in 15 città italiane (Milano, Bologna, Venezia, Firenze, Torino, Padova, Bergamo, Vicenza, Reggio Emilia, Trieste, Modena, Ravenna, Rimini, Trento e Genova), analizzandole sotto diversi punti di vista: living (edifici e illuminazione pubblica), mobility (soluzioni e infrastrutture per la mobilità) ed environment (produzione di energia, infrastrutture di rete e gestione dei rifiuti). Su 353 progetti avviati nel comparto energia, il 28% riguarda l’ambito environment, il 40% avviene nel mobility e il 32% nel living. Sul totale, ben il 74% è realizzato senza ricorrere a tecnologie digitali, il 21% è digital-enabled e solo il 5% è veramente digitale. L’elemento che contribuisce maggiormente a ritardare lo sviluppo del digitale in ambito energetico, si legge nel rapporto, è da identificarsi principalmente nella scarsa propensione agli investimenti. La cifra totale dei progetti mappati supera di poco i 47 milioni di euro. Il confronto tra la ridotta disponibilità di fondi pubblici stanziati e le attività di investimento, che invece i privati stanno portando avanti in ambito urbano su soluzioni e tecnologie abilitanti, è impietoso, soprattutto considerando che gli investimenti in ambito energetico sono in generale in crescita.
“Il Digital Energy Report evidenzia un ritardo, quello dell’applicazione delle tecnologie digitali nei progetti di sostenibilità energetica, che va assolutamente colmato. Per migliorare l’attuale scenario è importante che le politiche nazionali vadano in un’ottica di un migliore coordinamento del dialogo tra pubblico e privato e di un rafforzamento del sostegno agli investimenti. Far sì che il sistema energia abbandoni il modo di pensare ‘analogico’ per diventare realmente 4.0 rappresenterà il salto di qualità che proietterà le imprese del settore energia nel futuro ormai a noi prossimo contribuendo a individuare e realizzare soluzioni sempre più intelligenti e sostenibili”.
Antonio Carmine Vitale (Amministratore unico Enega srl)
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