In questo periodo, è in corso l’elaborazione della direttiva europea per l’efficienza energetica. Molte decisioni strategiche per il settore energia passano per le istituzioni europee e la produzione e distribuzione di energia rende sempre più necessario affrontare i problemi in maniera condivisa, almeno su un piano che coinvolga l’Europa nel suo insieme.

Parlamento Europeo e Consiglio dell’Unione Europea sono dunque impegnati a raggiungere un testo condiviso, un accordo in vista del consiglio dei ministri dell’energia, fissato per l’11 giugno 2018.

Questi negoziati hanno il compito di elaborare obiettivi molto importanti, la EED (Energy Efficiency Directive) avrà probabilmente al suo interno target vincolanti da raggiungere entro il 2030, nel campo dell’efficienza energetica.

Il compito non è facile perché si rende necessario armonizzare le posizioni espresse dai diversi paesi, alcuni dei quali vorrebbero obiettivi più contenuti e non vincolanti.

Alcuni paesi membri, come Francia, Svezia ma anche Portogallo, Paesi Bassi e Lussemburgo hanno espresso o sono disponibili a raggiungere obiettivi più ambiziosi. Altri, come Spagna, Italia, Belgio, Austria, Grecia e Repubblica Ceca sono meno ambiziosi o frenano i passi più decisi verso efficienza energetica, rinnovabili e minori consumi.

Probabilmente, dopo diverse contrattazioni, si renderà possibile un accordo che fissa al 35% la quota di rinnovabili, come obiettivo vincolante da raggiungere entro il  2030. Questo target si è reso possibile, secondo la valutazione di alcuni esperti, anche grazie al miglioramento del rendimento degli investimenti in questo settore industriale.

Una partita importante, anche se meno evidente, riguarda gli aspetti statistici e di misurazione attraverso cui saranno valutati i risultati da raggiungere entro il 2030. Processi di misurazione così complessi sono infatti condizionati in maniera importante dalle scelte sulle modalità di contabilizzazione dei  risultati. Alcuni paesi vorrebbero contabilizzare, ad esempio, i risultati raggiunti nel biennio 2018-2020.

Anche eventuali esenzioni per alcuni stati membri sono oggetto di discussione e potrebbero condizionare in maniera importante i risultati effettivamente raggiunti nel prossimo decennio.

L’Italia finora ha espresso posizioni più caute sugli obiettivi da raggiungere, probabilmente dovute anche ai risultati già conseguiti dal nostro paese. Un maggiore impegno sull’efficienza energetica potrebbe però essere un’occasione importante per il nostro sistema economico.

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