Il mercato dell’energia elettrica, come ogni altro, produce determinati risultati all’interno dei vincoli e delle opportunità offerte da un sistema di regole. Quello che conta di più è ottenere caratteristiche del servizio e prezzi adeguati per gli utenti finali.

Cooperazione e competizione sono dunque di centrale importanza, per garantire servizi efficienti alla comunità. Per questo motivo, i processi di regolazione messi in atto da politiche nazionali e sovranazionali, nel settore dell’energia, giocano un ruolo determinante.

Quando ci occupiamo di energia elettrica, la sicurezza dell’approvvigionamento è uno dei temi di rilievo assoluto, oggetto privilegiato di processi regolativi.

Recentemente è stato approvato a Bruxelles, dopo circa quattro anni di attesa, un meccanismo di regolazione anche per il settore elettrico italiano, denominato capacity market. Grazie ad esso, è possibile per i fornitori di energia ottenere benefici finanziari, quando aiutano a riequilibrare la generazione di energia nell’intera rete, contribuendo così a evitare black out o altri problemi.

Tutto avviene attraverso accordi di cooperazione tra le aziende di varie nazioni, che consente di remunerare per esempio chi mantiene in pausa centrali antieconomiche, per farle intervenire decisamente solo in caso di urgente fabbisogno energetico.

In quanto aiuti di Stato, queste remunerazioni aggiuntive, secondo la Commissione Europea, devono mantenere caratteristiche tali da non distorcere i processi di concorrenza ed essere soprattutto legati a reali emergenze per la sicurezza dell’approvvigionamento.

Dopo complesse valutazioni, questo tipo di meccanismo è stato approvato recentemente anche per l’Italia. Il piano prevede un accordo decennale attraverso cui i fornitori di capacità possono ottenere sostegni finanziari, in cambio della disponibilità a produrre energia in determinate situazioni.

L’applicazione di questa regolamentazione è comunque vincolata a riforme del nostro mercato, che garantiscano maggiore efficienza e un controllo dei costi per gli utenti finali.

Secondo il parere di alcuni esperti, questo però è solo un provvedimento temporaneo, rispetto a investimenti in tecnologia di lungo periodo, che permetterebbero una reale integrazione di reti e fabbisogni, in chiave internazionale.

Di fatto, anche il capacity market prevede una serie di interventi sulle caratteristiche del mercato nazionale, che ne migliora l’efficienza, a favore degli utenti finali.

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