L’energia nucleare è un tema ancora rilevante per tanti motivi, anche se non se ne discute spesso pubblicamente.

In qualunque direzione si schierino esperti, ambientalisti e opinione pubblica, ciò che conta è restare informati su quello che si muove nel mondo in questo settore.

Nel futuro prossimo, per esempio, sarà sempre più importante capire cosa accadrà nel campo delle sperimentazioni legate alla fusione nucleare, fenomeno diverso da quello della fissione nucleare.

Per riassumere brevemente la complessa questione, possiamo ricordare che le centrali nucleari, attualmente in funzione, e diffuse in diverse parti del mondo, utilizzano il fenomeno della fissione nucleare. Il risultato ottenuto in queste centrali è la scissione di atomi di uranio per produrre energia. A questa tecnologia è legata, tra le altre cose, la complessa gestione di materiali di scarto radioattivi, la cui pericolosità può essere anche di lunghissima durata.

La fusione nucleare, invece, si basa su altri meccanismi fisici, esattamente quelli che permettono al sole di produrre energia. Gli scienziati di tutto il mondo stanno lavorando per replicare proprio questo processo: la fusione di atomi di idrogeno da cui generare elio e tantissima energia.

Nel sole, questo processo è possibile grazie a due caratteristiche combinate: altissime pressioni e altissime temperature. Non potendo riprodurre le stesse pressioni anche sulla terra, il tentativo dei tecnici è di ottenere lo stesso risultato a pressioni minori ma con temperature maggiori di quelle solari.

Tutto il processo è legato, inoltre, all’impiego di idrogeno, la cui abbondanza consentirebbe di avere energia pressoché illimitata con impatti ambientali molto contenuti.

Le sperimentazioni in corso nel sud della Francia avvengono grazie a Iter, un consorzio internazionale che vede coinvolti i paesi più industrializzati di tutto il mondo: Europa, Stati Uniti, Russia, Cina, Giappone, India e Corea del sud.

I lavori di ricerca permetteranno, inoltre, di capire se e come l’impiego di energia per la fusione degli atomi di idrogeno, attraverso pressione e temperatura raggiunte in un arco di tempo dato, sarà capace di generare più energia di quanta impiegata nel processo.

Un aspetto molto importante per il nostro paese è comunque la partenza di una gara tra le regioni per localizzare un impianto in Italia.

Sono in gioco oltre a un ruolo strategico internazionale in questo settore per l’Italia, anche 500 milioni di euro di investimento e ricadute economiche per 2000 milioni di euro sul territorio che ospiterà l’impianto.

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